Il Modello Applicativo Recovery - Psicoeducazione e Punti di Ascolto
02-04-2024 18:51 - News Generiche
Lo scorso 12.03.2024 si e' svolto un Convegno di Formazione sul Modello applicativo Recovery promosso dalla Dottoressa Perone. La nostra vicepresidente Neda Betti ha partecipato con un intervento.
Mi chiamo Neda Betti e ho 75 anni e sono mamma di un ragazzo, meglio di un uomo di 45 anni seguito dai servizi di Salute Mentale, fin da quando ne aveva 18/19, avendo una doppia diagnosi ha, oltre ad alcuni ricoveri, fatto un’esperienza di comunità terapeutica a Pistoia per fortuna con buoni risultati che ha coinvolto tantissimo anche noi genitori.
Il primo contatto con la Salute Mentale è stato traumatico e disorientante, subito c’è stata l’esigenza di capire, conoscere in che “mondo” fossimo capitati.
Il primo contatto con la Salute Mentale è stato traumatico e disorientante, subito c’è stata l’esigenza di capire, conoscere in che “mondo” fossimo capitati.
Nei confronti dei servizi del CSM si è determinato presto un atteggiamento di attenzione, vigilanza, collaborazione. Faccio parte ormai da tantissimi anni di un’associazione di familiari e non la Nuova Aurora, nata nel lontano 1992.
Con la mia testimonianza oggi vorrei sottolineare proprio l’importanza che a mio avviso ha la collaborazione dei familiari con le istituzioni ed i servizi.
E’ proprio con questa ottica che ho partecipato fin dall’inizio all’apertura dei Punti di Ascolto per la Salute Mentale rivolti ai cittadini: progetto Front Office nell’ambito del più ampio progetto Recovery-Psicoeducazione della ASL Toscana Centro (responsabile la dottoressa Rosanna Perone). I punti di ascolto, gratuiti, vedono la presenza di un volontario, familiare o attualmente anche utente esperto e uno psicologo. All’inizio c’è stata la collaborazione con il “Coordinamento Fiorentino” che rappresentava 7 associazioni e l’Azienda Sanitaria.
I familiari volontari disponibili a partecipare al progetto frequentarono un corso di psicoeducazione.
Il coordinamento fiorentino, non c’è più, molte associazioni purtroppo, per vari motivi sono state chiuse, la collaborazione continua con quelle che sono rimaste.
L’attività dei punti di ascolto è iniziata nel Novembre 2012 presso le sedi del Q2 Villa Arrivabene e del Q5 Villa Pallini via Baracca, e da Ottobre 2014 anche presso la sezione soci della Coop Piazza Leopoldo che adesso è trasferita all’UNICOOP Via Carlo del Prete-. Sono aperti una volta la settimana per 2 ore. C’è una segreteria telefonica e per la conoscenza di questa opportunità c’è stato all’inizio molto volantinaggio nei punti che si ritenevano più sensibili compresi anche gli appendini sui tram. Adesso le modalità che prevale è quella di internet. I punti di ascolto sono organizzati in modo da offrire a chi ne usufruisce “un contesto accogliente e sicuro, un aiuto immediato e solidale e si rivolgono a tutti i cittadini che si trovino ad avere un disagio psicologico e in particolare alle famiglie che vivono direttamente il problema della malattia mentale e che spesso non sanno a chi rivolgersi o hanno resistenze ad andare direttamente al CSM della ASL.
Vengono date informazioni sulla rete dei servizi, sulle associazioni, su opportunità del territorio cercando di valorizzare quelle che sono le “risorse” di pazienti e familiari. Si raccolgono anche eventuali critiche o segnalazioni di disagio nei confronti dei servizi di riferimento. Per ogni accoglienza si riempie una scheda con i dati del richiedente. Serve per riflettere sui motivi delle richieste e anche poter migliorare il servizio.
Per mia esperienza, nel tempo, ci sono state persone che oltre, a rivolgersi ai servizi, si sono avvicinate all’associazione e in particolare al gruppo di auto-aiuto di cui faccio parte che ci caratterizza per “accoglienza, ascolto, condivisione”. Il gruppo all’inizio era seguito da un professionista adesso è auto gestito ma in stretta relazione con i servizi.
Concluderei dicendo che la creazione dei Punti di Ascolto rappresenta un’espressione significativa dell’integrazione del volontariato organizzato e il Servizio Sanitario Pubblico.
Con la mia testimonianza oggi vorrei sottolineare proprio l’importanza che a mio avviso ha la collaborazione dei familiari con le istituzioni ed i servizi.
E’ proprio con questa ottica che ho partecipato fin dall’inizio all’apertura dei Punti di Ascolto per la Salute Mentale rivolti ai cittadini: progetto Front Office nell’ambito del più ampio progetto Recovery-Psicoeducazione della ASL Toscana Centro (responsabile la dottoressa Rosanna Perone). I punti di ascolto, gratuiti, vedono la presenza di un volontario, familiare o attualmente anche utente esperto e uno psicologo. All’inizio c’è stata la collaborazione con il “Coordinamento Fiorentino” che rappresentava 7 associazioni e l’Azienda Sanitaria.
I familiari volontari disponibili a partecipare al progetto frequentarono un corso di psicoeducazione.
Il coordinamento fiorentino, non c’è più, molte associazioni purtroppo, per vari motivi sono state chiuse, la collaborazione continua con quelle che sono rimaste.
L’attività dei punti di ascolto è iniziata nel Novembre 2012 presso le sedi del Q2 Villa Arrivabene e del Q5 Villa Pallini via Baracca, e da Ottobre 2014 anche presso la sezione soci della Coop Piazza Leopoldo che adesso è trasferita all’UNICOOP Via Carlo del Prete-. Sono aperti una volta la settimana per 2 ore. C’è una segreteria telefonica e per la conoscenza di questa opportunità c’è stato all’inizio molto volantinaggio nei punti che si ritenevano più sensibili compresi anche gli appendini sui tram. Adesso le modalità che prevale è quella di internet. I punti di ascolto sono organizzati in modo da offrire a chi ne usufruisce “un contesto accogliente e sicuro, un aiuto immediato e solidale e si rivolgono a tutti i cittadini che si trovino ad avere un disagio psicologico e in particolare alle famiglie che vivono direttamente il problema della malattia mentale e che spesso non sanno a chi rivolgersi o hanno resistenze ad andare direttamente al CSM della ASL.
Vengono date informazioni sulla rete dei servizi, sulle associazioni, su opportunità del territorio cercando di valorizzare quelle che sono le “risorse” di pazienti e familiari. Si raccolgono anche eventuali critiche o segnalazioni di disagio nei confronti dei servizi di riferimento. Per ogni accoglienza si riempie una scheda con i dati del richiedente. Serve per riflettere sui motivi delle richieste e anche poter migliorare il servizio.
Per mia esperienza, nel tempo, ci sono state persone che oltre, a rivolgersi ai servizi, si sono avvicinate all’associazione e in particolare al gruppo di auto-aiuto di cui faccio parte che ci caratterizza per “accoglienza, ascolto, condivisione”. Il gruppo all’inizio era seguito da un professionista adesso è auto gestito ma in stretta relazione con i servizi.
Concluderei dicendo che la creazione dei Punti di Ascolto rappresenta un’espressione significativa dell’integrazione del volontariato organizzato e il Servizio Sanitario Pubblico.